Riconciliazione tra Vittorio Sgarbi e Antonio Di Pietro? Una serata a Rapallo segna una nuova fase tra il critico d’arte e l’ex magistrato.
Una foto inaspettata e significativa è stata condivisa sui social media: Vittorio Sgarbi e Antonio Di Pietro, noti per i loro scontri epici su “Mani Pulite“, immortalati insieme alla fine di una serata a “Rapallo Protagonisti“.
Il critico d’arte e l’ex magistrato hanno avuto un confronto sereno, come riportato da Open, su un tema che li ha visti a lungo contrapposti.
Sgarbi ha riflettuto su un post Instagram: “Ne è passata di acqua sotto i ponti dai tempi di Mani Pulite e di quella dura contrapposizione tra politica e magistratura“.
Sgarbi e Di Pietro: un confronto pacifico su “Mani Pulite”
Durante l’evento, Sgarbi ha espresso la sua opinione sul movimento “Mani Pulite”, definendolo una rivoluzione che ha avuto effetti controversi sul paese.
Ha sottolineato come, secondo lui, l’azione giudiziaria abbia generato partiti personali privi di identità culturale: “È stata una “rivoluzione” “benefica” per il Paese? Non penso. Ne sono nati i partiti personali, senza alcuna identità culturale, senza un pensiero vero“.
Il confronto con Di Pietro, tuttavia, è avvenuto senza l’animosità del passato, suggerendo una possibile collaborazione futura: “Chissà, magari sul tema scriveremo un libro insieme“.
La possibilità di un libro scritto a quattro mani tra il critico e l’ex magistrato sarebbe un’occasione unica per ottenere una visione equilibrata e approfondita sui fatti e le conseguenze di “Mani Pulite”.
Niente immunità parlamentare per Sgarbi sul caso Signorini
Parallelamente a questo inaspettato gesto di riconciliazione, Sgarbi si trova a dover affrontare un altro capitolo controverso della sua carriera.
Recentemente, come riportato da Libero Quotidiano, la Giunta per le autorizzazioni della Camera ha negato l’immunità parlamentare al critico per gli insulti rivolti a Mariarita Signorini, ex presidente di Italia Nostra.
Durante un acceso confronto, l’opinionista aveva usato termini offensivi come “oca giuliva“, “demente“, “malata” e altre espressioni volgari.
La decisione di negargli l’immunità è stata presa con fermezza, in particolare dalla relatrice leghista Laura Cavandoli, che ha dichiarato: “Le parole utilizzate da Sgarbi nei confronti della collega non rientrano tra quelle meritevoli della copertura garantita ai parlamentari“.